Si ok, avete un sito web – chi non ce l’ha. Ma state davvero sfruttando tutte le opportunità che un sito aggiornato e ben fatto può portarvi? Il sito è la vera casa digitale della vostra azienda e del vostro brand, anche se avete migliaia di like su Facebook e Instagram o di follower su LinkedIn.
Nel vostro sito anche gli sconosciuti possono capire cosa fate e cosa potreste fare per loro. Qui è dove inizia il processo di conoscenza reciproca che porterà il visitatore da sconosciuto a interessato, a potenziale cliente.
Distinguersi e farsi trovare tra un miliardo e quattrocento milioni di siti
La vostra casa digitale è in un villaggio molto grande con un miliardo e quattrocento trentuno milioni di case a cui se ne aggiungono 10 di nuove ogni secondo (parliamo dei siti web esistenti, controllate il numero di oggi). Quindi la prima sfida è riuscire a farla trovare. Poi, una volta che il visitatore è arrivato di fronte alla casa, deve capire chi ci abita e che cosa fa. La casa deve essere piena di cose interessanti da vedere e sperimentare, e anche di qualcosa che si può portare via come ricordo della visita. Tutte queste cose devono essere facili da trovare. E ovviamente la casa deve essere bella e confortevole.
Provate a giudicare la vostra casa digitale in base a questi cinque criteri:
- Le keyword – la soglia
- Home page – chi siete e cosa fate
- Contenuti – la base della fiducia
- UX e struttura – trovare facilmente ciò che interessa
- UI e estetica – combinare utilità, estetica e coerenza col brand
1. Keyword: la soglia
Le keyword non sono solo un modo per emergere in una buona posizione sulle pagine con i risultati delle ricerche – risultati che comunque non si possono più ottenere con i trucchi SEO di qualche anno fa. Oggi l’unico modo di emergere in buona posizione nella ricerca organica è dimostrare al motore di ricerca la vostra competenza, con contenuti focalizzati intorno agli argomenti chiave per cui volete esser trovati. Ogni argomento sarà legato a diverse keyword, secondo una tassonomia che dimostri all’AI del motore di ricerca che analizza i vostri contenuti la vostra competenza su quell’argomento. Le keyword che vi possono fare emergere non sono quindi isolate, ma parte di un base di conoscenza che vi contraddistingue.
Per questo, la scelta degli argomenti chiave e delle keyword è una scelta strategica, strettamente collegata alla struttura della vostra offerta di prodotto, e che influenzerà tutti i contenuti che produrrete.
Fare un sito senza prima definire argomenti chiave e keyword è una perdita di tempo. Per un approfondimento sul tema, leggete questo lungo post su Hubspot.
2. Homepage: chi siete e cosa fate
Vi è mai capitato di entrare in un sito e dovere cercare di capire cosa fa l’azienda che lo ha messo on line? Bene, oggi nessuno ha la pazienza di cercare. Quindi se non si capisce subito cosa fate, il visitatore uscirà immediatamente. Come dice un proverbio inglese “you never get a second chance to make a first impression” (non hai mai una seconda possibilità di fare una prima impressione). Ecco alcuni suggerimenti su come sono fatte le “home page” che funzionano in questo post. Il punto 3 di questa lista è particolarmente importante: l’home page deve comunicare la vostra value proposition, una breve e convincente descrizione di quali benefici ha il cliente dall’uso del vostro prodotto (registrandovi a questo link potrete accedere alla nostra area Risorse dove leggere la nostra guida su come scrivere la vostra value proposition).
Oltre a capire cosa fate, si deve anche intuire chi siete, alcune delle caratteristiche del vostro brand e della sua personalità. E dovete cercare di dire cosa fate e chi siete in modo interessante e che incuriosisca il visitatore, non semplicemente scrivendolo. Infine, già nella home page cercate di ingaggiare il visitatore con una “call to action”, che lo porti a interagire con il sito (cose del tipo “cerca qui la tua soluzione”, “scopri quello dicono gli altri clienti”, guarda il nostro menu”). L’interazione prolunga la visita, aiuta a ricordare e – se ben fatta – crea utilità gia dalla prima pagina. Quindi: chiarezza nel dire cosa fate, value proposition, stile coerente con il vostro brand, creatività per incuriosire e interessare, call to action.
3. Contenuti: la base della fiducia
Nel 1999 (!) il Cluetrain Manifesto diceva che i mercati sono conversazioni. Questo è ancora più valido dopo diciotto anni. La comunicazione è assolutamente a due vie, il brand non si deve porre su un piano diverso dai buyer. I buyer di oggi vogliono che il brand dia qualcosa di utile e interessante. Ovviamente il prodotto o servizio è la vera utilità fornita dal brand. Ma prima del prodotto i buyer valutano i contenuti, che devono generare interesse, curiosità e fiducia che il brand/azienda ha davvero una possibile soluzione alle loro esigenze.
I contenuti non sono pubblicità. Anche se ovviamente vogliamo tutti vendere qualcosa i contenuti non devono, almeno in prima battuta, vendere. La prima regola per sviluppare un contenuto è essere generosi: condividere qualcosa di utile e interessante, che può essere davvero utile al vostro potenziale cliente. Il brand non parla dall’alto al basso al buyer, parla e si comporta come uno che è appena entrato in un party – che oggi ha più di tre miliardi di frequentatori, tante sono le persone che utilizzano il web al mondo – e deve fare conoscenza.
A chi sono destinati i contenuti? Dato che ci sono 3 miliardi di persone in giro per il web, il sito deve attrarre e deve parlare a un gruppo ben chiaro di persone, altrimenti il messaggio si perderà. Quindi prima di preparare qualsiasi contenuto dobbiamo avere chiaro chi è la buyer persona che vogliamo raggiungere e interessare. Dobbiamo sapere qualcosa di cosa cerca e di come cerca. Parlate con alcune vostre buyer persona vere, prima di creare contenuti, immaginate la buyer persona di fronte a voi mentre scrivete.
Qualcosa da portar via. Per sviluppare il business servono contatti. E tutti noi siamo molto riluttanti a lasciare i nostri contatti, e ancor di più sul sito di sconosciuti, per paura di essere disturbati da cold-call e da vendite invadenti (eh si, c’è ancora chi usa questi metodi). Il contenuto è allora la vostra merce di scambio: se alla buyer persona interessa veramente quello che avete da dire, se con i contenuti accessibili avete generato abbastanza fiducia e senso di vicinanza, allora forse lascerà i propri contatti per poter accedere a più contenuti. Starà poi a voi di usare bene questa informazione così preziosa per iniziare un dialogo utile per il potenziale cliente che potrà avvicinarlo a voi e indurlo a valutare la vostra offerta.
Riassumendo: i contenuti devono essere generosi, utili alla buyer persona, incentrati sulle keyword che identificano la vostra offerta e la vostra competenza, interessanti e attraenti – tanto da indurre il buyer a lasciare i suoi contatti per averne di più.
4. Struttura e UX: eliminare lo sforzo
È essenziale che il vostro sito sia pensato in maniera da condurre il visitatore a trovare ciò che lo interessa senza fatica e senza troppi click. Amazon è il maestro di questa cosa, nel loro sito e in tutte le loro relazioni con i clienti sono alla ricerca costante di eliminare l’attrito in ogni sua forma. L’acquisto deve essere facile, l’esperienza piacevole e senza alcuno sforzo. Nel sito, cercate di eliminare la fatica anche se non si può comprare niente e l’unica cosa che va trovata sono contenuti utili e pertinenti.
Per eliminare lo sforzo è essenziale avere una buona struttura delle informazioni. Personalmente, io sono un fanatico della “tassonomia”. Un nome complicato che applicata al sito vuol dire la maniera in cui i contenuti e i prodotti offerti sono organizzati secondo una gerarchia chiara da percorrere, e in linea con il modo in cui un possibile cliente vede la vostra offerta. Organizzate i contenuti e l’offerta di prodotto secondo come la vede il buyer, con le sue categorie, non le vostre categorie merceologiche.
Ad esempio, se vendete pompe idrauliche, organizzate i prodotti per applicazione industriale, non per tecnologia. Se vendere biscotti non definiteli prodotti da forno, ma prodotti da colazione, da merenda o da fine pasto. Se vendete pavimenti in legno non organizzateli per tipo di essenza, ma per tipo di stanze e per stile di arredamento. Se vendete vino, non organizzatelo per cantina, ma per circostanza d’uso. Se vendete viaggi, non organizzateli per destinazione, ma per scopo del viaggio o della vacanza. Ma se è così facile, perché ancora così pochi siti lo fanno?
5. Aspetto estetico e UI: utilità, estetica e coerenza col brand
Sul cancello dello Smithsonian Design Museum di New York c’è scritto “il design richiede tempo, ma non tanto più tempo”. Design non vuol dire solamente estetica. La giusta combinazione di utilità, assenza di sforzo e piacevolezza estetica sono l’essenza di un buon design.
Un sito ben disegnato crea una sensazione positiva nell’utente e lo predispone favorevolmente all’attenzione e all’acquisto. Per realizzare il sito pensate dall’inizio quale sensazione volete che lasci. Per trasmettere il senso del vostro brand nel sito dovete avere le idee chiare e farvi aiutare da un designer (in questo ordine: prima le idee chiare e poi il designer. E si, i web designer servono ancora molto, e non sono solo delle persone che sanno usare HTML e WordPress). Spiegate bene a chi sviluppa il sito nella sua parte estetica e interattiva chi è il vostro brand e chi è la vostra buyer persona. Per come definire il vostro brand e la sua indentità consultate la nostra guida, che trovate sempre nella nostra area Risorse.
Tutto ciò a cosa serve?
Serve a vendere!
Ma la vendita non è risultato di un push da cold-call, o di una pubblicità che incuriosisce, bensì di un processo che porta degli sconosciuti a fidarsi del vostro brand, dopo avere conosciuto e sperimentato chi siete ancora prima di incontrarvi. Il sito ha ancora una grandissima importanza in questo: per far conoscere il vostro business e chi siete, per far intuire perché potrebbe essere interessante lavorare con voi o comprare il vostro servizio.
L’argomento ci appassiona, se volete parlarne scriveteci a: team@marketingblu.it. Entro 48 ore vi richiameremo, se lo volete, per una chiacchierata.